Boots Laboratories Serum7 Pelle d’Italia, l’indagine dermo-cosmetologica e sociologica sulle donne

Come ogni anno, tempo permettendo, il giorno di Pasquetta è dedicato per tradizione alle gite fuori porta verso località di mare, montagna e campagna, una giornata da passare all’aria aperta complice anche le ore solari più lunghe, l’aria tiepida e la primavera ormai alle porte.

Non è un caso quindi che proprio oggi torniamo a parlare di pelle e di esposizione solare, e lo facciamo presentandovi Pelle d’Italia, l’indagine dermo-cosmetologica e sociologica condotta da Boots tra giugno e ottobre dello scorso anno e di cui vi riporteremo domani anche gli interessanti risultati. Vediamo però innanzitutto gli scopi e gli obiettivi  di questa ricerca.

Boots Laboratories, marchio con oltre 160 di storia farmaceutica, esperto di skincare e protezione solare, riconosciuto in tutto il mondo per l’efficacia dei suoi prodotti anti-age Serum7, lo scorso anno ha avviato in Italia una campagna sulla conoscenza dei danni nascosti della pelle causati dalle Radiazioni Ultraviolette (UVR), che aumentano nel tempo sino a manifestarsi come segni di invecchiamento precoce.

I ricercatori dell’Università di Manchester ed il team del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Lancaster hanno infatti dimostrato come l’esposizione quotidiana alle lunghezze d’onda maggiori dei raggi UV causi una rottura in ognuna delle quattro principali proteine della matrice dermica con conseguenti danni negli strati più profondi della pelle che minano la struttura cutanea, provocando segni visibili di invecchiamento quali linee, rughe, perdita di elasticità e macchie d’età.

Boots Laboratories ha così deciso di condurre uno studio pionieristico anche in alcune città italiane affidando l’indagine scientifica ai cosmetologi Aideco, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, presieduta dal professor Leonardo Celleno, che hanno svolto direttamente sul campo le rilevazioni, utilizzando per la prima volta in Italia il Visia Deluxe, uno strumento precedentemente usato solo nei laboratori di ricerca, in grado di visualizzare e determinare l’estensione dei danni UVR, inclusi quelli non visibili sotto la superficie cutanea.

I risultati scientifici incrociati con quelli di un questionario personalizzato che precedeva ogni singolo screening facciale, sono stati riletti e interpretati in chiave sociologica da Astra Ricerche e dal suo presidente, il professor Enrico Finzi, con l’obiettivo di fornire importanti indicatori per una futura attività di educazione e sensibilizzazione sulla cura e prevenzione dell’invecchiamento della pelle e sulla protezione dai danni da foto esposizione.

Quali sono stati quindi gli esiti di questa interessante indagine? Domani li scopriremo insieme.