Kohl Guerlain, per uno sguardo profondo e magnetico

L’uso del kohl risale alla notte dei tempi. Durante l’età del bronzo era diffusa la credenza secondo cui applicarlo sugli occhi dei bambini allontanasse “l’occhio del male” (il malocchio); l’uso era anche funzionale, in realtà: proteggeva dalla luce accecante del sole e veniva utilizzato per proteggere gli occhi dalle infezioni. Una storia antica e affascinante, dunque: l’evoluzione del kohl moderno, però, è esclusivamente di natura estetica: la profondità degli occhi delle donne arabe e nordafricane è proverbiale, tutte noi ne siamo in qualche modo ammaliate e vorremmo poterla possedere.

La consuetudine di indossare il kohl in luoghi come India, Maghreb, India e Iraq, è talmente massiccia e radicata che addirittura moltissime donne possiedono una ricetta speciale per crearlo: la base è quasi sempre solfato di rame, allume calcinato, Zenjar (carbonato di rame) e qualche chiodo di garofano, che vanno ridotti in polvere in un mortaio. In alcune zone si aggiunge l’olio d’oliva, per facilitare l’applicazione. Il composto ottenuto viene poi versato in un vaso di terracotta ed esposto a una piccola fiamma per ottenere la magica polvere.

In Occidente possiamo replicare il magnetismo che questo prodotto conferisce: un must da tenere nel beauty case è il Kohl Poudre Libre Terracotta di Guerlain, sicuramente il più conosciuto tra i khol in commercio.

La confezione è curatissima e originale, sembra uscita da una favola delle Mille e una notte, con il suo applicatore dorato che termina in sinuose volute intarsiate. Lo si può utilizzare seguendo in modo pedissequo il metodo orientale oppure orientandosi verso quello occidentale. Quest’ultimo prevede di applicare la polvere tramite il bastoncino, semplicemente passandolo sulla rima inferiore dell’occhio, dopo averla scostata dall’occhio con un dito per meglio picchiettare il prodotto. Personalmente preferisco il metodo orientale: appoggio il bastoncino nell’angolo interno dell’occhio per tutta la sua lunghezza; chiudo quindi l’occhio, sfilo verso l’esterno il bastoncino et voilà!, il gioco è fatto.

Molte lo trovano impossibile o difficilissimo da indossare a causa della particolarità nell’applicazione, ma il segreto sta tutto nella pratica: anch’io, inizialmente, temevo potessi farmi male e ho avuto il mio bel da fare con la polvere che cadeva ovunque. Il segreto sta nello “sbattere” il bastoncino prima di applicare il prodotto, per evitare che sfarini su guance e zigomi. Se desiderate che il khol abbia una durata maggiore il consiglio è inumidire il bastoncino prima di prelevare la polvere: anche senza questo passaggio la tenuta è veramente eccezionale, di gran lunga superiore a qualunque matita occhi. Esistono cinque varianti di tonalità: a mio parere assolutamente indispensabili sono il nero, il marrone e il blue, pigmentatissimi e saturi.