Calvizie: risolviamola con l’autotrapianto di capelli

Gli uomini che soffrono di alopecia androgenetica sono un’elevata percentuale, che alcune ricerche indicano come il 40% della popolazione maschile. In effetti il dato non è del tutto esaustivo, in quanto non tutti coloro che mostrano il diradamento dei capelli in alcune zone del capo lo presentano in maniera estesa o particolarmente visibile. Il trattamento della calvizie tramite trapianto di capelli è, per molte di queste persone, una soluzione duratura al loro problema. Conviene però ricordare che il trapianto di capelli non è per tutti.

Chi può sottoporsi a questo tipo di intervento
Il trapianto di capelli è in sostanza un autotrapianto: i bulbi piliferi utilizzati vengono prelevati dalla cute del medesimo paziente, nelle zone più ricche di follicoli. Questo tipo di trattamento è quindi adatto a coloro che soffrono di alopecia androgenetica, pur manifestando delle zone del capo in cui i capelli sono folti, forti e molto compatti. In mancanza di “materia prima” non è possibile realizzare l’autotrapianto. I problemi che riguardano la realizzabilità di tale intervento coinvolgono anche coloro che mostrano un diradamento molto intenso, con ampie zone totalmente prive di capelli: il risultato dell’autotrapianto in questi casi potrebbe non essere soddisfacente, necessitando di trapiantare un numero di bulbi piliferi molto elevato.

Come funziona l’autotrapianto di capelli
Cerchiamo di capire come funziona il trattamento di autotrapianto dei capelli. In effetti esistono diverse tecniche, le più praticate sono la FUT e la FUE, che oggi sono tra quelle più utilizzate dai professionisti di questo settore. Il chirurgo estetico si occupa di prelevare, tramite incisioni di leggera entità, alcuni bulbi piliferi, che andranno posi separati e innestati nella cute uno per uno; oppure, con la FUE , si preleva il singolo follicolo, che andrà subito impiantato. Dopo averli prelevati i capelli vengono preparati per l’impianto e trattati in modo da non essere soggetti alle problematiche che hanno portato alla caduta dei precedenti bulbi piliferi. È possibile anche praticare il trapianto di peli da altre parti del corpo, anche se tale pratica è poco diffusa in Italia.

Il post operatorio
Il periodo seguente all’intervento di autotrapianto di capelli è prevalentemente privo di problematiche. Certo molto dipende dalla correttezza nello svolgimento dell’intervento stesso. Recandosi presso un centro specializzato in interventi chirurgici di tipo estetico si ha la sicurezza che siano attuate le migliori tecniche oggi disponibili, con la produzione di cicatrici di entità minima, che possono guarire in un breve arco di tempo. Si consiglia infatti di evitare interventi massicci, con asportazione, e conseguente trapianto, di elevati numeri di bulbi piliferi. In situazioni critiche è necessario intervenire per gradi, effettuando diversi trapianti nel corso dei mesi. Oltre a questo nelle ore immediatamente successive all’intervento è importante seguire le indicazioni del medico ed evitare di lavarsi la testa, per almeno 24 ore. Perché il trapianto funzioni in alcuni casi sarà anche necessario effettuare ulteriori cure, come ad esempio l’applicazione di cellule staminali, o trattamenti che consentono di rinforzare i capelli e di rivitalizzare il cuoio capelluto, scongiurando così l’evenienza che la caduta dei capelli si ripresenti nel corso degli anni successivi all’intervento.