Combattere l’AIDS in Zimbabwe: “Basta non lavarsi!”

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E’ la folle proposta di un senatore dello Zimbabwe che, per incoraggiare la prevenzione ed aiutare a risolvere il drammatico problema dell’Aids in Africa, ha proposto alle donne di non lavarsi più e di rasarsi i capelli per rendersi meno attraenti agli occhi degli uomini. Il senatore Morgan Femai, durante una conferenza politica, ha sostenuto che la malattia mortale si è diffusa a causa del fatto che gli uomini non riescono a resistere alle donne curate, pulite e ben vestite. La soluzione? Costringere con una legge le donne a non lavarsi, a rasarsi e magari a sottoporsi a pratiche di mutilazione dei genitali, che possano risolvere il problema dell’ “eccessiva umidità dei genitali” che secondo il senatore sarebbe una causa scatenante del diffondersi della malattia.

 

“Propongo una legge che obblighi le donne a rasarsi la testa come nelle sette apostoliche. Non dovrebbero farsi il bagno perché è proprio questo che ha causato il problema”, queste le parole del senatore sul problema del dilagare dell’Hiv. Femai è senatore per il Movimento per il Cambiamento Democratico di Morgan Tsvangirai, il primo ministro socialista e figura chiave dell’opposizione al presidente Robert Mugabe. Il contagio da Hiv è da tempo emergenza nazionale in Zimbabwe e la situazione si è aggravata negli ultimi dieci anni. Si calcola che almeno il 14% della popolazione sia malata o comunque soffra dei problemi relativi al contagio da malattie sessualmente trasmissibili, tra cui il virus dell’Hiv.

Non è chiaro se il partito approvi la linea che questo senatore indica, ma le critiche alle sue assurde affermazioni non si sono fatte attendere. Il giornale “New Zimbabwe” ricorda che queste dichiarazioni sono solo “le ultime bizzarre posizioni del partito” sul tema della salute pubblica e in tutto il paese le affermazioni di Femai hanno suscitato sdegno e incredulità. Uno sdegno che si è presto diffuso anche in altri paesi del mondo e che in rete ha già suscitato i commenti negativi di tantissimi internauti che si sono scagliati duramente contro le posizioni apertamente sessiste di Femai.

Fonte: Daily Mail

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