L’8 marzo de Le Shampiste alle sue lettrici

Questo è un mondo che è sempre appartenuto al maschio, scrive Simone de Beauvoir ne Il secondo sesso. Dagli anni in cui sono state scritte quelle parole sono cambiate molte cose, la nostra società si è aperta ad accogliere le donne all’interno di sfere da cui prima erano escluse. Cosa abbia comportato l’emancipazione, dal punto di vista dell’immagine sociale delle donne, è un altro tema.

In tempi come questi, in cui il dibattito sulla dignità della rappresentazione del corpo delle donne in televisione e nei mass media in generale è molto di moda, parlare di bellezza e di cura del corpo in un blog può quasi essere considerato offensivo. Perché poi? Fin dalla notte dei tempi le donne hanno cercato sistemi per migliorare il loro aspetto e rendersi più attraenti e seducenti. Certo quello che vedo intorno a me è una sorta di dittatura della bellezza, che impone di levigare, rassodare, rimpolpare, rimodellare. Seduce con tecnologie che promettono risultati miracolosi. Ricatta con immagini irraggiungibili e ci parla di un’emancipazione che è diventata banalmente, la possibilità di esporci molto e senza troppe critiche.

Siamo dunque condannate alla giovinezza eterna del collagene e del botulino spiana-rughe? E in questi tempi di crisi economica, cedimenti, piccole rughe e occhiaie si sono trasformati in un’altra discriminante per mantenere o trovare un impiego? Perché sì, mantenere un aspetto curato serve. Valorizzarsi e prendersi cura di sé è molto piacevole. Ma la mistica del giovanilismo infinito può diventare stancante.

Ho guardato qualche puntata di Sex and the City e anche se ammetto di essere rimasta affascinata da scarpe, vestiti e capelli perfetti, dal telefilm emerge un mondo femminile insicuro, ossessionato dalle mode e dagli uomini. E poi vestiti, firme e glamour. Insieme a pettegolezzo, aperitivi e scarpe a tacco dodici. Ma in cosa sarebbero emancipate queste donne? Sono diverse dalle loro antenate ottocentesche solo perché hanno sostituito tè e pasticcini con sushi e cucina cinese. E perché indossano autoreggenti e push-up anziché corsetti e trine.

Ma così sembrerebbe la solita retorica, perché è scontato dire che la bellezza non è quella esteriore ma quella interiore. É vero, ma sappiamo tutti che l’aspetto esteriore ha la sua importanza. L’essenziale è trovare un modo di esprimere appieno la propria bellezza, libere dagli stereotipi, dalla necessità di aderire ad un’immagine che non si sente propria. Perché la bellezza, quella autentica, nasca dalla consapevolezza di essere una persona unica e irripetibile, nasca dal rispetto di sé e del proprio corpo, dalla cura che gli dedichiamo. Dalla volontà di valorizzarlo per quello che è. E in questo modo la bellezza esteriore diventerà la perfetta ambasciatrice della nostra anima.

Perciò vestiamoci come più ci piace. Seguiamo la moda ma senza diventarne schiave perché con i nostri abiti mostriamo il nostro carattere, il nostro sistema di valori e di opinioni. Trucchiamoci e prendiamoci cura del nostro corpo non solo per vanità, ma anche per il desiderio di sentirci speciali. Tagliamo i capelli quando siamo stufe del nostro solito aspetto e sentiamo di essere vicine a un grande cambiamento. Rifiutiamo qualunque tipo di condizionamento estetico, qualunque tentativo di omologazione da chiunque provenga e rifiutiamo di aderire a un’immagine di bellezza che altri hanno costruito per noi.

Oggi mi sono guardata allo specchio per vedere quello che non mi piace e cercare di cambiarlo. Ho capito che lo specchio riflette un’immagine che mi è simpatica, perché quella nello specchio sono io. E anche se non sono perfetta, non posso che volergli bene.

Buona festa delle Donne a tutte!

Photo Credit| Psd su Flickr