Smalti per le unghie, sono vegani?

Gli smalti per le unghie sono vegani? È una domanda che dobbiamo porci se seguiamo questo stile di vita. Diversa cosmesi riesce a esserlo: possiamo dire lo stesso di loro?

Ingredienti non vegani degli smalti per le unghie

Prendendoci cura delle nostre mani e puntando ad avere una manicure perfetta spesso utilizziamo smalti per le unghie di diversa tipologia e colore senza però chiederci effettivamente come vengano composti. Per quel che concerne i loro ingredienti possono essere considerati vegani se non posseggono componenti di origine animale.

La verità è che se parliamo di smalti per le unghie, alcune tipologie non riescono a esserlo del tutto. Soprattutto perché vi possono essere degli ingredienti che non possono essere vegani per loro natura. Il carminio ne è un esempio. Parliamo di un colorante rosso che viene ricavato da specifici insetti che vengono allevati a tale scopo. Parliamo di cocciniglie, infestanti che di solito vengono combattuti anche con l’aiuto di antagonisti naturali, al fine di proteggere le colture.

Dopo la morte queste vengono lasciate essiccare e schiacciate fino alla polverizzazione. Ovviamente gli smalti per le unghie che contengono questo ingrediente non possono essere considerati vegani. Anche la cheratina è una proteina di origine animale che viene utilizzata sia negli smalti rinforzanti che nei prodotti per capelli. Essa è ricavata dalle corna e dai peli degli animali. Via è poi la guanina, un colorante perlaceo bianco che quando è di origine animale viene ricavato dalle squame dei pesci.

È anche una questione etica

Insomma, smalti per le unghie vegan esistono, ma ovviamente non devono contenere gli elementi sopra descritti. Soprattutto perché non si tratta di elementi essenziali all’ottenimento di un prodotto di qualità. Ed è per tale ragione che sono sempre di più i produttori che per venire incontro alla scelta di parte della loro clientela decidono di dar vita a degli smalti vegani.

È giusto considerarla un’esagerazione dal punto di vista etico? No. Soprattutto in casi specifici. Certo la questione cambia se a essere considerato è ad esempio il carminio. La cocciniglia infatti viene naturalmente combattuta da chiunque possegga un orto o un giardino e soffra dell’infestazione di questo insetto.

Bisognerebbe quindi attaccare coloro che le combattono affinché sugli scaffali dei nostri supermercati possano essere vendute delle verdure volte a sostenere la nostra dieta? Facciamo questo esempio nello specifico perché è il più calzante. E lo è perché chiama il causa degli insetti parassiti infestanti.  Avremmo lo stesso approccio nei confronti di formiche, vespe, ragni o qualsiasi altra tipologia di parassita?